Una delle voci più importanti della contabilità nazionale è quella che riguarda la bilancia commerciale e il suo saldo. Il saldo commerciale è la differenza tra le importazioni e le esportazioni, e permette di valutare la capacità di un Paese di importare o di esprimere una domanda interna adeguata.

Secondo una statistica di maggio 2023 sull’import/export di merci italiane realizzata dall’Osservatorio Economico sul commercio internazionale, l’Italia si classifica al settimo posto tra i Principali Paesi esportatori al mondo, e al nono nei Paesi importatori. Le regioni italiane che importano ed esportano maggiormente sono la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto, mentre la provincia al vertice della classifica è quella di Milano.

Dal 2009, sia le importazioni che le esportazioni sono sempre cresciute in modo costante. Attualmente, i prodotti più importati in Italia sono:

  • Gas naturale;
  • Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie;
  • Autoveicoli;
  • Petrolio greggio;
  • Medicinali e preparati farmaceutici;
  • Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, combustibili nucleari;
  • Prodotti della siderurgia;
  • Articoli di abbigliamento, escluso l’abbigliamento in pelliccia;
  • Macchine di impiego generale;
  • Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio;
  • Macchine di impiego generale (forni, utensili portatili a motore ecc.);
  • Apparecchiature per le telecomunicazioni;
  • Parti e accessori per autoveicoli e loro motori;
  • Prodotti di colture agricole non permanenti;
  • Energia elettrica.

Con il passare del tempo, non si è modificata la vocazione del nostro Paese per la lavorazione di materie prime, ma i volumi delle importazioni hanno subito delle variazioni ingenti. Le aziende si trovano a doversi adattare a condizioni di mercato sempre in mutamento, modificando le proprie strategie seguendo le necessità del mercato. L’unico rallentamento che si è riscontrato negli ultimi vent’anni è stato a causa della pandemia da Covid-19 nel 2020.

Il mercato internazionale sta diventando via via più complesso e per questo è bene affidarsi a esperti del settore che siano in grado di gestire correttamente tutte le partiche per il trasporto e la spedizione di merci a livello europeo e internazionale.

Il Corso ITS Import-Export si propone di formare professionisti nella gestione e nell’organizzazione di spedizioni, procedure documentali, trasporto intermodale e servizi logistici utilizzando i nuovi sistemi informativi.

Cosa non conviene importare in Italia

Secondo i dati dell’Osservatorio Economico sul commercio internazionale, nel 2023, il saldo normalizzato della bilancia commerciale nel periodo gennaio-marzo 2023 si chiude con un dato di 1,7. Le attività importare-esportare risultano quindi bilanciate tra loro.

Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di quali sono i principali prodotti e merci che l’Italia importa, quindi ciò che è più vantaggioso importare nel nostro Paese data l’alta richiesta da parte del mercato. Tuttavia, per essere in grado di gestire al meglio il mercato internazionale, è necessario essere aggiornati anche sulle principali esportazioni dell’Italia, ossia su cosa non conviene importare dato il surplus produttivo che consente di avere merce da collocare e vendere sul mercato internazionale.

I principali prodotti esportati dall’Italia, secondo la graduatoria in base ai dati del 2023, sono:

  • Medicinali e preparati farmaceutici;
  • Macchine di impiego generale (forni, macchine di sollevamento, macchine per uffici ecc.);
  • Macchine di impiego generale;
  • Articoli di abbigliamento, escluso l’abbigliamento in pelliccia;
  • Autoveicoli;
  • Macchine per impieghi speciali (macchinari per la metallurgia, da miniera, cava, cantiere ecc.);
  • Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio;
  • Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie;
  • Parti e accessori per autoveicoli e loro motori;
  • Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, combustibili nucleari;
  • Articoli in materie plastiche;
  • Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte;
  • Altri prodotti in metallo (bidoni, imballaggi ecc.);
  • Calzature;
  • Prodotti della siderurgia.

Insomma, importare ed esportare prodotti nel mercato internazionale è un lavoro che richiede grande esperienza e costante attenzione alle tendenze del periodo. La formazione è il primo passo per avvicinarsi a questo mondo.

Autore dell’articolo

ITS MOVE - Redazione